A marzo nel pieno dell’emergenza, un gruppo di matematici e statistici proposero l’organizzazione di un campionamento statistico per monitorare e studiare la propagazione di Covid-19. In collaborazione con il Ministero della Sanità e Istat un’indagine sierologica su un campione di all’incirca 65.000 unità è stato condotto nei mesi di giugno e luglio. Tuttavia ciò non è sufficiente!
All’aumentare del numero dei test positivi e nel momento in cui il sistema di test, tracciamento e trattamento non permette di tenere sotto controllo il propagarsi del virus, l’Italia (e non solo) si trova priva di uno strumento fondamentale per decidere le misure da adattare: i dati.
I dati rilasciati giornalmente non permettono a esperti e cittadini di studiare e rispondere a domande legittime: chi sono i contagiati, che lavoro fanno, che abitudini hanno, qual è il loro stato di salute. Alla domanda dove avvengono i contagi, i cittadini sono lasciati a risposte che si fondano su idee preconcette, esperienze personali e racconti giornalistici, ovvero brancolano nel buio.
Servirebbe che lo stato italiano si faccia promotore di organizzare e pubblicare i dati dettagliati relativi a singoli individui anonimizzati, i cosiddetti microdati, raccolti durante il tracciamento e test dei contagiati e le informazioni sanitarie di chi stato ricoverato. Tali dati sarebbero utilissimi ma non sufficienti: per evitare distorsione nei dati raccolti sarebbe necessaria la raccolta periodica dello stato di salute e della positività a covid-19 di un piccolo ma significativo campione di persone estratte casualmente (proposta rilanciata recentemente da gli ex presidenti dell’Istat Giorgio Alleva e Alberto Zuliani).
Queste misure non particolarmente costose sarebbe utili per i seguenti motivi:
- Il governo italiano sarebbe in grado di monitorare in maniera più precisa e tempestiva la situazione del Paese. La reale efficacia di ogni misura potrebbe essere valutata più velocemente, garantendo un’azione più incisiva dei DPCM.
- Ogni decisione politica avrebbe a supporto analisi basate su dati precisi e pubblici. Il governo sarebbe in grado di spiegare ai cittadini il motivo delle loro scelte e la riproducibilità delle analisi smorzerebbe in parte l’acceso dibattito pubblico.
- L’accesso pubblico incoraggerebbe esperti e non a usare questi dati per individuare soluzioni alternative e innovative all’attuale crisi sanitaria.
- La corretta attuazione aiuterebbe a diffondere l’uso nel raccogliere e analizzare microdati nell’amministrazione pubblica e nel diffusione degli open data.

We must always ensure democracy and the continuation of the power of the ‘gente’ in these moments of crisis, manmade or nature made
buon natale amici!